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Fonte: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/23639-fabio-bulla-i-tetripiazzisti-della-superstizione.html

 

I Tetripiazzisti della superstizione

di Fabio Bulla

 

Il termine terrapiattista usato come insulto è senza dubbio un crimine d’odio, bistrattare il contadino ed il manovale non pregni della cultura necessaria riporta indietro la storia umana e le lotte fatte contro la vera discriminazione.

Il genere umano ha ridotto la sua dignità a scopare tutto quello che si muove e ad infilarsi nel culo ciò che vuole, ma giammai ad avere un’opinione contraria a quella decisa dall’alto.

Non si può scioperare perché arreca danno, visitare i malati perché potresti ucciderli, votare chi è inviso ai mercati, scegliere in libertà cosa è meglio per te.

L’odio si divide in buono e cattivo, è buono quando rispetta i dogmi della religione globalista, cattivo in ogni altro caso.

Siamo in territori visti tante altre volte, l’eredità di sangue rimane anche se adesso è diventata quella della finanza e della speculazione; i vassalli, valvassori e valvassini sono i loro tetripiazzisti politici, scienziati o influencer. Si riportano le classi inferiori alla superstizione per farle stare quiete nella paura.

La natura matrigna ci punisce perché non l’abbiamo adorata abbastanza, dobbiamo sacrificare qualcosa o il Dio climatico continuerà a Punirci con malattie e catastrofi, ascoltiamo i sacerdoti globali parlare di paure ancestrali donandogli i frutti migliori ed i nostri stessi corpi, così sta scritto.

I Tetripiazzisti sono i nuovi sciamani della superstizione.

Gli indemoniati portano malattie e bisogna allontanarli, gli spreconi attirano l’ira di Gaia, sacrificare i bambini è un diritto ed un dovere ormai, ma i superstiziosi uomini primitivi sono sempre gli altri. Il ridicolo è ammantare questa superstizione con il velo della scienza, tanto non esiste che vengano poste domande o dubbi, non sono compatibili con il dubbio scientifico proprio perché debbono rimanere riti arcani per soli iniziati.

Il tempo è stato portato indietro di proposito dalla tecnologia inconfutabile, il monolite nero inverso che regredisce l’umanità facendo avanzare la fede cieca in chi quel monolite lo ha costruito. Il povero terrapiattista si chiede il motivo per il quale dovrebbe credere a chi ha tagliato la gamba della moglie cercando un tumore che non c’era, a chi ha avallato bombardamenti per armi chimiche inesistenti, a chi ti dice che un pianeta è un pianeta ma poi non lo è per poi tornare ad esserlo, a chi ti dice che in tre mesi un farmaco è sicuro perché ci hanno messo tanti soldi, mentre a suo figlio in sedia a rotelle non hanno permesso di sperimentare nulla per provare a farlo correre di nuovo, si chiede come mai si possa fare una pecora intera viva ma non un organo o il sangue per le trasfusioni.

Il primitivo terrapiattista rimane solo e deluso nei dubbi, mentre i fantastici seguaci dei tetripiazzisti nulla si chiedono e nulla vogliono sapere, troppo difficile il pensiero effettivamente, per questo è meglio lasciarlo agli sciamani. Tornati all’età della Pietra insultano chi è nel medioevo e segue dettami religiosi.

Tutto ciò andrebbe approfondito ma è lampante che i meno adatti a parlare di qualcosa sono i tetripiazzisti e i loro adepti bigotti della scienza che si accetta senza provare a capirla, il reverendo Jones era più onesto e i seguaci meno abbindolati.